Period è il think tank femminista intersezionale che si occupa di advocacy, policy e data.
Nelle diverse culture, col sangue si fanno molte cose: si suda, si paga, ci rigenera, ci si lega, si presta giuramento. Il sangue apre un ciclo nuovo.
Period è un think tank femminista che, partendo dagli open data, produce ricerca, report data-driven e policy per favorire il raggiungimento dell’equità di genere, offrendo inoltre consulenza, formazione e strumenti replicabili sia dalla pubblica amministrazione che da enti privati e attiviste e attivisti. Lo fa per cercare di riempire un vuoto che contribuisce ad attestare l’Italia al diciottesimo posto (su ventiquattro) tra i paesi europei per la parità di genere [dati Eurostat].
Durante la pandemia, che è ancora in corso, di coronavirus nel 2020 il divario di genere si è ulteriormente aggravato, soprattutto in termini occupazionali, responsabilità e cura, violenza e abusi. A luglio 2020 l’Unione Europea ha richiamato l’Italia in violazione degli standard promossi dalla Carta Sociale Europea in merito alla parità di genere da uno studio
condotto dal Comitato europeo per i diritti sociali (Ecsr) sulla base di una serie di segnalazioni ricevute dalla Ong University Women of Europe (Uwe).
Noi di Period vogliamo aprire un ciclo nuovo, un tempo dove vengono elaborati e richiesti più dati di genere per elaborare politiche più efficaci, spesso invisibili dalla reportistica e le analisi a monte delle politiche nel nostro paese, un tempo dove proporre nuove policy per colmare il gender gap del nostro paese. Lo facciamo con un linguaggio inclusivo, perché il femminismo ci ha insegnato a pensare, analizzare e condividere saperi per l’emancipazione di tutta la società. Siamo professioniste: advocate, data specialist, digital strategist, political communication manager, urbaniste, architette, policy maker, docenti, ricercatrici. Siamo attiviste: parliamo, condividiamo, progettiamo e manifestiamo.
Siamo Period Think Tank, siamo pronte a un nuovo ciclo.
Nell’ambito della settimana per il Governo Aperto (Open Gov Week) abbiamo presentato un’analisi territoriale e per missione per valutare l’impatto dei fondi PNRR sull’occupazione di donne e giovani.
Il 96% dei bandi di gara analizzati non prevede misure premiali per la parità di genere, mentre il 68% non dispone obblighi per una quota di occupazione femminile o giovanile, anche se la legge lo prevedrebbe.
La giornata dell’8 Marzo non è la festa della donna, ma ha come obiettivo quello di ricordare i diritti, le conquiste sociali, politiche e di emancipazione che le donne hanno ottenuto nel corso della storia. L’8 marzo è anche il giorno in cui vengono denunciate le violenze e discriminazioni che le donne sono ancora oggi costrette a subire quotidianamente, in tutto il mondo. Quest’anno proprio in questa giornata abbiamo voluto dedicare un approfondimento al tema della casa e del diritto all’abitare. Quante donne povere e madri sole hanno accesso a case popolari? Quante avranno accesso a case popolari riqualificate? Quante donne che fuoriescono da contesti di violenza sono inserite in alloggi popolari e quante lo stanno ancora aspettando? Non ci sono ancora dati per rispondere a queste domande a due anni dall’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonostante la parità di genere sia una delle tre priorità trasversali. Le misure connesse all’edilizia residenziale pubblica sono ritenute fondamentali nel PNRR per il contrasto alle disuguaglianze di genere. Il testo del PNRR definisce che “la carenza abitativa si riflette differentemente su uomini e donne per via del differente ruolo familiare loro attribuito e del fatto che la maggior parte delle famiglie monoparentali siano affidate a donne”.
I dati del Report Annuale Istat, pubblicato a luglio 2022, hanno rivelato disuguaglianze di genere drammatiche, per esempio l’11,7% delle famiglie monogenitoriali è in povertà assoluta e l’80,9% delle famiglie monogenitoriali è composto da madri sole, l’incidenza di povertà assoluta delle famiglie dove sono presenti minori è pari al 28,2% se la famiglia è in affitto, contro il 6,4% di quelle che posseggono un’abitazione di proprietà e il 13,1% delle famiglie in usufrutto o in uso gratuito.
I dati disponibili oggi non permettono però di collegare la condizione di povertà individuale per genere alla tipologia di godimento dell’abitazione in cui si vive. In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna chiediamo con urgenza:
– al Governo di prevedere indicatori nazionali di impatto di genere per valutare l’efficacia degli interventi per l’abitare finanziati dai fondi del PNRR;
– ad Istat di disaggregare per genere il rapporto fra povertà e tipologia di godimento dell’abitazione;
– ai Comuni di aprire e disaggregare per genere i dati sull’edilizia residenziale pubblica e di impegnarsi ad inserire indicatori locali di impatto di genere per valutare l’efficacia degli interventi per l’abitare finanziati dai fondi del PNRR.
Period Think Tank, Libera Bologna e Legambiente Bologna hanno messo assieme le forze e deciso di attivare un osservatorio civico per monitorare l’utilizzo dei fondi del PNRR e l’impatto dei progetti sulla comunità. In altre parole, le tre associazioni si impegnano rispettivamente a monitorare l’impatto di genere, l’impatto ambientale e il rispetto della legalità delle aziende che prenderanno appalti e subappalti contro il rischio di infiltrazioni criminali. ll monitoraggio ha il compito di verificare in che misura l’attuazione del piano/programma sia coerente con il raggiungimento degli obiettivi fissati e con i paletti posti dall’Ue in termini di parità di genere, sostenibilità ambientale, trasparenza e legalità, o meglio di descrivere il contributo del singolo strumento a tali obiettivi. Tutte le info sul sito Osservatorio Civico PNRR Bologna.
8 marzo 2022
PNRR, l’equità di genere resta un miraggio
Ad oggi, da un’analisi condotta da Open Impact è emerso che su 29 avvisi pubblicati in Italia Domani soltanto 4 presentano una condizionalità dei fondi allocati alla priorità trasversale della parità di genere. L’investimento per questi avvisi è pari a circa 4 miliardi, a fronte di un totale di più di 20 miliardi allocati. Solo il 19% di questi investimenti, quindi, considera prioritario l’obiettivo di ridurre le disparità di genere.
Dati per contare – Convegno 30/11
Analizzare, esaminare e ricercare come funziona il potere
Cambiare le strutture del potere verso sistemi equi e giusti
Dare valore alle emozioni e ai corpi come forme di sapere
Rivoluzionare le analisi dei dati che generano discriminazioni
Abbracciare il pluralismo di sguardi, saperi e opinioni
Riconoscere e dare valore al lavoro, soprattutto quello reso invisibile
Chiediamo l'open data di genere, raccogliamo dati, li elaboriamo e realizziamo report con un approccio femminista e intersezionale.
Offriamo formazione sulle nostre aree di specializzazione: informazione femminista, data collection and reporting, advocacy, policy maker e gender politics.
Progettiamo strategie di advocacy che coinvolgano le persone dal basso e le istituzioni. Ci occupiamo di flussi d'opinione.
Lavoriamo con l'advocacy anche da un punto di vista di mobilitazione: supportiamo, organizziamo e sosteniamo forme di mobilitazione e pressione online e offline.
Scriviamo proposte di policy sulla base di analisi di dati, perché per cambiare cultura bisogna cambiare pratiche politiche.
Crediamo nel valore dell'informazione come potere democratico. Realizziamo contenuti semplificati perché più persone possibili possano accedere ai contenuti.